giovedì 7 gennaio 2016

LA COMMEDIA DELL'ARTE


LA COMMEDIA DELL'ARTE PUNTO DI PARTENZA DELLA RIFORMA DI CARLO GOLDONI 
Nata circa a metà del sec. XVI, e durata fino all'inizio del XIX, la Commedia dell'Arte si chiamò commedia buffonesca, istrionica, di maschere, all'improvviso, a soggetto; e, in molti paesi stranieri dal sec. XVII in poi, italiana. Ma su tutte queste denominazioni quella di commedia dell'arte prevalse, perché definiva con precisione il suo carattere essenziale; ch'era di essere recitata, per la prima volta in Europa, da compagnie di comici regolarmente costituite, con artisti che vivevano dell'arte loro; in altri termini, da comici di mestiere. Durante il Medioevo, se ne esclude qualche infima categoria d'istrioni, gl'interpreti del teatro religioso e di quello erudito non erano attori di professione. Con la Commedia dell'Arte appare un'organizzazione nuova, di attori specializzati, attraverso un addestramento tecnico, mimico, vocale, perfino acrobatico, e alle volte con una preparazione culturale. Questi attori rappresentavano anche opere più o meno regolari, ossia scritte; e continuarono ad avere nel loro repertorio tragedie, drammi pastorali, e le cosiddette opere regie, ridotte dallo spagnolo. Ma il loro campo vero, per cui divennero in pochi anni famosi in tutta Europa, fu la commedia a soggetto, ossia la commedia di cui non si scriveva se non lo scenario, la trama, lasciandone lo sviluppo dialogico e mimico all'improvvisazione dei comici.
 
La Commedia dell'Arte si è voluta far derivare, secondo alcuni studiosi, dalle farse laziali e campane, che nella letteratura latina precedono la commedia di Plauto. S'è notato che i quattro tipi ricorrenti nelle fabulae tellanae, Pappus, Maccus, Bucco e Dossennus, erano quattro maschere non dissimili, come psicologia, da alcune di quelle che stilizzano i personaggi della Commedia dell'Arte. S'è denunciata la rassomiglianza fra l'abito del mimus albus, il mimo bianco, e quello di Pulcinella; o fra l'abito del mimus centunculus, fatto di toppe variopinte, e quello d'Arlecchino. Si è detto che la parola con cui nella Commedia dell'Arte si designavano i buffoni, Zanni, rassomiglia alla parola sannio "buffone", usata dai Latini. E si può avvertire che le maschere brune che i comici dell'arte portavano sul viso forse ricordano, più che le maschere della tragedia e commedia greco-latina, i volti anneriti e sfigurati dal mosto con cui s'impiastricciavano e si rendevano irriconoscibili i rustici attori dei fescennini. Ma l'ipotesi d'una derivazione diretta della commedia dell'arte e dei suoi tipi, attraverso quasi due millennî, dall'antichità latina al Rinascimento, oggi è generalmente abbandonata. Tipi fissi ce ne sono stati in tutti i generi, di farse e di commedie; appunto per quella esigenza di stilizzazione e di artificio meccanico che è una caratteristica del comico. Zanni e Pulcinelli biancovestiti non sono fioriti soltanto in Italia, ma anche in Grecia (si pensi ai fliaci, con cappuccio, camiciotto e stocco) e in Oriente; buffoni mascherati, pagliacci improvvisatori di dialoghi non imparati rigorosamente a memoria ma soltanto concertati se ne sono avuti in tutti i luoghi e in tutti i tempi: li abbiamo ancora nei circhi equestri.
 
ATTIVITA'
1) Perché la Chiesa condannava la Commedia dell'Arte?
3) Perché la Commedia dell'Arte, negli ultimi anni del Seicento, perdette il suo pubblico?
4) In che modo Goldoni riforma il teatro comico?

7 commenti:

  1. 1) La commedia nell’arte incontrò un vero e proprio ostacolo presso la chiesa riformata, in quanto , quest’ultima la riteneva una rappresentazione blasfema, dove gli attori erano animati da forze diaboliche e quindi pericolosi turbatori della vita religiosa ma, soprattutto, per gli argomenti trattati, ovvero tradimenti, ruberie, fame, denaro e prepotenze, che suscitarono il malcontento delle istituzioni; inoltre , in questa forma d’arte, la Chiesa contestava anche il cambiamento della donna, perché ella tendeva ad emanciparsi dalla sua condizione subalterna recitando in palcoscenico.

    2) La Commedia dell'arte negli ultimi anni perdette il suo pubblico perché nel corso del '700 il livello qualitativo medio delle compagnie girovaghe operanti in Italia cala progressivamente ed operano centinaia di formazioni scadenti, viene meno la spontaneità, la fantasia degli attori, la vivacità delle improvvisazioni, che finiscono per esaurirsi in formule fisse e convenzionali e si scade nella volgarità e nella scurrilità.
    3) Goldoni attua una profonda riforma del teatro cioè: ai canovacci della Commedia dell'Arte sostituisce un testo scritto; alle maschere tipiche della Commedia dell'Arte sostituisce personaggi reali; ai personaggi femminili Goldoni attribuisce grande importanza esaltandone l'intraprendenza e l'astuzia. Goldoni si propone l'intento di non solo di divertire il pubblico ma, soprattutto, il suo intento era educativo e morale.

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  2. 1) La Chiesa condannava la Commedia dell’Arte perché non voleva che le donne uscissero fuori dalla famiglia per diventare attrici, per la Chiesa il loro ruolo era quello di accudire i figli e servire il marito; inoltre la Commedia dell’Arte portava in scena situazioni di dubbia moralità, dove le donne tradivano i mariti e si compiacevano della loro libertà.

    2) La Commedia dell’Arte, negli ultimi del Seicento, perdette il suo pubblico perché i bravi comici dell'Arte cominciavano a scarseggiare e le compagnie si affidavano ai soliti repertori, usando i "generici" collaudati. Un altro motivo della decadenza è stata la volgarità del linguaggio, l'abuso, per fare ridere in modo grasso il pubblico, di sconcezze e frasi scurrili che cominciarono a disturbare il benpensante pubblico pagante.

    3) Goldoni riforma il teatro con delle commedie in cui le parti erano scritte sì, ma gli attori erano liberi di interpretare personaggi nel carattere. Egli, rifiutando la libertà con cui gli attori dialogavano in scena, ridiede priorità e valore al testo scritto, seguendo il desiderio di ordine e di semplicità.

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  3. 1) Le figure femminili della Commedia dell’Arte più conosciute e che ancora oggi vengono ricordate sono Isabella e Colombina, nella quale si identifica la servetta astuta, nota anche per i suoi flirt con Arlecchino. La Chiesa condannava la Commedia dell’Arte perché non accettava il fatto che potessero partecipare anche le donne. Quella che per noi oggi è situazione comune, la “Donna in scena”, nel sedicesimo secolo era qualcosa di simile all’eresia. Coraggiose ed appassionate della loro arte le donne dovettero scontrarsi con la censura della Chiesa e proprio per questo riuscirono a portare una decisa rivoluzione nella condizione femminile dell’epoca.
    2) La Commedia dell’Arte, negli ultimi anni del Seicento, perdette il suo pubblico perché gli intrecci rappresentati erano sempre più fantasiosi e inverosimili e, per far ridere, i comici ricorrevano sempre più spesso a volgarità.
    3) Carlo Goldoni ha il merito di aver riportato le storie raccontate nelle opere teatrali più vicino alla realtà quotidiana, oltre che di aver ridato al testo teatrale una dignità letteraria. Goldoni iniziò a scrivere commedie quando persisteva ancora la forte influenza della Commedia dell’Arte, il cui scopo era il divertimento e non l’educazione. Goldoni rivoluzionò la Commedia dell’Arte non accettando le maschere e scrivendo le parti dei personaggi. Con la sua Riforma si passò dalla Commedia dell’Arte alla Commedia di Carattere, dove recitare era anche interpretare.

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  4. 1. La Chiesa condannava la Commedia dell’ Arte perché ciò che veniva mostrato nelle rappresentazioni teatrali non era conforme alla mentalità che la Chiesa imponeva. Infatti molte recite mostravano temi scabrosi che turbavano o offendevano la sensibilità e il pudore, specialmente i tradimenti, da parte della donna che già, per la Chiesa,non avrebbe dovuto recitare.

    2. La commedia del Settecento perdette il suo pubblico perché aveva un linguaggio scurrile e volgare. Gli intrecci rappresentati erano sempre più fantasiosi e inverosimili e, per far ridere, i comici dell'Arte ricorrevano sempre più spesso a volgarità.

    3. Carlo Goldoni riforma il teatro comico togliendo le maschere. Gli attori non avevano più battute ripetitive bensì un copione con le parti scritte, recitate ed interpretate dai personaggi. Carlo Goldoni ha il merito di aver riportato le storie, raccontate nelle opere teatrali, più vicine alla realtà quotidiana, inoltre egli diede al testo teatrale una dignità letteraria.

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  5. 1) La Chiesa nel Seicento condannò la Commedia dell'Arte perché per la prima volta i ruoli femminili vengono interpretati dalle donne. Per la Chiesa la donna doveva stare a casa ad accudire la famiglia.I comici dell’Arte dovettero difendersi dalle accuse di immoralità e di pervertimento dei costumi che periodicamente piovevano loro addosso. Ciò porto i più colti e intelligenti di loro a una accorta giustificazione morale della propria attività: la commedia in quanto pura rappresentazione delle azioni,non è in sé né positiva né negativa, ma diventa l’uno o l’altro a seconda dell’uso che se ne fa; inoltre, lo spettacolo teatrale allontana l’ozio, che è il padre dei vizi.
    2) La Commedia dell'Arte, verso la fine del Seicento, non venne più tanto seguita per l’esagerazione dei comici in tutto, nel gestire, nel parlare, nel muoversi, nelle parti serie e nelle parti buffe, i servi dicendo buffonate fuori tempo, il Dottore caricando scempiaggini insulse. Oggetto del ridicolo era spesso anche l'oscenità. Dove la libertà della Commedia improvvisata era davvero troppa, si sacrificava molto all'amore del vero fino a far comparire sulla scena le donne nude.
    3) Carlo Goldoni riformò il teatro nel 1700. La graduale riforma attuata da Goldoni consiste nell'avere ricondotto a metodi razionali e a criteri letterari la commedia dell'arte il cui svolgimento era lasciato all'arbitrio dell'attore, differenziandosi anche da quegli scrittori dell'età dell'Arcadia che, tenendo alla naturalezza, si rivolgevano all'imitazione della commedia cinquecentesca.

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  6. 1. La Chiesa condannava la Commedia dell’Arte perché gli attori trattavano argomenti come: tradimenti, fame, denaro e prepotenze, che suscitarono il malcontento delle istituzioni; ma anche perché la donna iniziò a recitare in palcoscenico tendendo ad emanciparsi, mentre la Chiesa la voleva sottomessa e legata alla famiglia: buona madre e moglie fedele e servizievole.

    2. La Commedia dell'Arte negli ultimi anni perdette il suo pubblico perché gli scadenti attori interpretavano sempre gli stessi personaggi fissi e la loro improvvisazione si basava sui soliti repertori conosciuti (generici): le battute ripetitive, banalizzando i vari motivi comici che avevano divertito nelle prime rappresentazioni.

    3. Con Goldoni la Commedia dell’Arte entra in crisi, egli introduce una serie di riforme: rifiuta la libertà con cui gli attori dialogavano in scena e determina la priorità del testo scritto; non si ebbero più, nelle sue commedie riformate, i personaggi fissi con le maschere ma realistici. Ai personaggi toglie le maschere per manifestare il carattere interpretativo e ai personaggi femminili Goldoni attribuisce grande importanza, esaltandone l'intelligenza e l'astuzia.

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  7. 1 la chiesa condannava la "Commedia dell arte" perchè nella recitazione gli uomini furono affiancati dalle donne ma la figura femminile non era gradita dalla chiesa perchè durante la recitazione alla donna venivano date delle parti provocanti.

    2 la Commedia dell'Arte negli ultimi anni perdette il suo pubblico perchè gli attori più comici e bravi incominciarono a scarseggiare e quindi il pubblico era stanco di sentire i soliti reporti che oramai avevano divertito nelle prime rappresentazioni.

    3 Goldoni con la sua riforma vuole ridare lustro alla tradizione dei comici dell'arte con l'introduzione di un testo scritto,non più quindi usando canovacci e improvvisazioni ma veri e propri copioni da imparare a memoria inoltre Abolì le maschere, che limitavano l'espressività dell'attore. Rimase invece la caratteristica principale dei comici dell'arte, ovvero la spettacolarità di una recitazione acrobatica.
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Prof.ssa Angelica Piscitello