sabato 27 aprile 2013

RECENSIONE AL FILM TROY

 
 
 
"Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l’ira funesta, che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille."
 
(Poggia leggermente il maus vicino alle immagini e leggi gli approfondimenti)
 
   ATTIVITA'
Prova a fare tu una breve recensione del film "TROY" che hai visto.
-Quale personaggio ti ha colpito di più? Perché?
-Per quale personaggio hai "tifato"? Perché?


lunedì 22 aprile 2013

ARTE ROMANA

Come le strade, anche gli acquedotti sono tra le opere più significative dell’antica Roma. Altri popoli, in regioni come l’India e la Mesopotamia, ne avevano già costruiti in precedenza, ma solo con i romani si arrivò ad una vera e propria cultura del trasporto delle acque, con il sistema di opere idriche più esteso e tecnologicamente avanzato del mondo antico. Nei territori dell’impero se ne contano circa duecento; a Roma ne esistevano undici. Si calcola che alla fine del I secolo d.C. la quantità di acqua potabile che giungeva ogni giorno in città era quasi un milione di metri cubi, più o meno mille litri per abitante, una disponibilità che supera ampiamente quella di oggi.
 
Questi acquedotti provvedevano al bisogno di un numero enorme di impianti pubblici – terme, bagni, fontane, persino due stadi per battaglie navali. L’acqua era considerata proprietà statale destinata ad usi pubblici, ma su concessione speciale dell’imperatore o con il pagamento di una tassa specifica, poteva rifornire anche case private. Proprio grazie a questa eccezionale abbondanza, Roma venne definita regina aquarum ("regina delle acque").
Alcuni degli antichi acquedotti sono ancora oggi funzionanti e vengono usati per alimentare le fontane della capitale.
 
 
ATTIVITA'
 
Una volta scelta la sorgente adeguata, si stabiliva il percorso che l'aqueductus avrebbe compiuto per arrivare in città, per fare ciò si tracciava un profilo della geografia del terreno segnando coline e avvallamenti, pianure e corsi d'acqua.
 
Fai una breve ricerca (max 10 righi) per descrivere la struttura di un acquedotto romano.



mercoledì 3 aprile 2013

ROMA LA NUOVA SIGNORA DEI MARI

 
        Annibale
                                                                            Scipione
Nel 218 a.C. Cartagine non è più la potenza che ha regnato incontrastata per cinquecento anni sul Mediterraneo: la disfatta patita nella Prima guerra punica ha fatto di Roma la nuova signora dei mari e delle terre conosciute fino a Oriente. L'orgoglio dei Cartaginesi, però, reclama vendetta. Il giovane Annibale, cresciuto nell'odio per i Romani, decide di sfidare apertamente l'Urbe e attacca la città di Sagunto, violando la tregua. Dopo avere approntato un esercito formidabile, che si avvale del supporto degli elefanti, parte per una marcia impossibile che lo porterà a varcare i Pirenei e le Alpi, per scendere nella Gallia Cisalpina e affrontare Roma sul suo territorio. Il piano di Annibale appare folle e senza speranza. Solo un uomo fra i Romani sa di trovarsi di fronte al più temibile avversario che la Repubblica abbia mai conosciuto: è Publio Cornelio Scipione, figlio del console Scipione, affascinato dall'abilità e dall'intelligenza dimostrate da Annibale. Quando gli eserciti di Cartagine e di Roma si affrontano nella battaglia del Ticino, il giovane condottiero romano capisce che per poterlo sconfiggere occorre studiare tutto di lui e della sua tattica di guerra. Inizia così un confronto a distanza destinato a durare quindici anni, fino alla resa dei conti a Zama, sulle coste dell'Africa, quando Annibale e Scipione si sfidano in campo aperto, decisi a dimostrare il loro valore in uno scontro che segnerà il destino dei loro popoli.

ATTIVITA'
Fai una breve ricerca sulle armi e sulle strategie belliche utilizzate  dagli eserciti in lotta.