Nel 218 a.C. Cartagine non è più la potenza che ha
regnato incontrastata per cinquecento anni sul Mediterraneo: la disfatta patita
nella Prima guerra punica ha fatto di Roma la nuova signora dei mari e delle
terre conosciute fino a Oriente. L'orgoglio dei Cartaginesi, però, reclama
vendetta. Il giovane Annibale, cresciuto nell'odio per i Romani, decide di
sfidare apertamente l'Urbe e attacca la città di Sagunto, violando la tregua.
Dopo avere approntato un esercito formidabile, che si avvale del supporto degli
elefanti, parte per una marcia impossibile che lo porterà a varcare i Pirenei e
le Alpi, per scendere nella Gallia Cisalpina e affrontare Roma sul suo
territorio. Il piano di Annibale appare folle e senza speranza. Solo un uomo fra
i Romani sa di trovarsi di fronte al più temibile avversario che la Repubblica
abbia mai conosciuto: è Publio Cornelio Scipione, figlio del console Scipione,
affascinato dall'abilità e dall'intelligenza dimostrate da Annibale. Quando gli
eserciti di Cartagine e di Roma si affrontano nella battaglia del Ticino, il
giovane condottiero romano capisce che per poterlo sconfiggere occorre studiare
tutto di lui e della sua tattica di guerra. Inizia così un confronto a distanza
destinato a durare quindici anni, fino alla resa dei conti a Zama, sulle coste
dell'Africa, quando Annibale e Scipione si sfidano in campo aperto, decisi a
dimostrare il loro valore in uno scontro che segnerà il destino dei loro popoli.
ATTIVITA'
Fai una breve ricerca sulle armi e sulle strategie belliche utilizzate dagli eserciti in lotta.
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Publio Cornelio Scipione è stato un politico e generale Romano. Appartenente alla Gens Cornelia una delle più antiche e potenti famiglie patrizie di Roma. Egli fu console nel 218 a.C, e fu il condottiero che vendicò Roma dalla sconfitta, portando la guerra in Africa, contro Annibale, sconfiggendo i Cartaginesi nella leggendaria battaglia di Zama, nel 202 a.C., la battaglia che chiuse la Seconda guerra punica e che decretò il primato di Roma su Cartagine. Scipione detto "l'Africano" fu, senza dubbio, il più grande generale di tutti i tempi: astuto nella preparazione degli scontri, coraggioso negli stessi, geniale nel saper gestire gli imprevisti nel cuore del conflitto, magnanimo nella vittoria.
RispondiEliminaDi lui si dice anche che fu abile politico, fine tessitore di alleanze, fedele servitore di Roma, uomo immune da abbagli dittatoriali. Per tutto questo, più grande, militarmente, di Alessandro Magno (che combatté popolazioni militarmente inferiori in Asia, e avanzò senza costruire alcunché di solido alle spalle: il suo dominio scomparve altrettanto velocemente quanto si espanse), più grande eticamente di Giulio Cesare (che usò Roma e non se ne fece mai servitore).
Considerato uno dei più grandi strateghi della storia, Annibale diventò famoso per le sue vittorie nella Seconda Guerra Punica. Figlio di Amilcare Barca, che gli aveva inculcato l’odio contro Roma, era nato forse nel 247 a.C. A 25 anni succedette al cognato Asdrubale nel governo dei territori spagnoli e dopo due anni trascorsi a completare la conquista dell’Iberia mise sotto assedio Sagunto (che cadde nel 219 a.C.), città alleata a Roma, e diede origine alla Seconda Guerra Punica che da lui prese il nome di "guerra annibalica", poiché ne fu l’indiscusso protagonista. Nonostante la superiorità numerica, a Canne, le legioni romane furono letteralmente fatte a pezzi.
RispondiEliminaL’immagine di Annibale condottiero è ampiamente presente in diversi scrittori. Polibio in più passi della sua opera lo celebra, definendo Annibale, intelligente e coraggioso.
I Romani erano esperti conquistatori e avevano strategie diverse dai Punici.
RispondiEliminaL'armamento doveva essere quello tipico dell'epoca: corazza, elmo e schinieri di cuoio, scudo di legno, rinforzato da elementi di metallo, una picca (lancia), e la spada. Lo schieramento, in battaglia, avveniva con un fronte compatto, fanti al centro e cavalleria sulle ali, con i combattenti piu' capaci e meglio armati nelle prime file (principes che significa appunto i primi), e una seconda fila di rincalzo; davanti a tutti i velites (soldati armati di lance, che scagliavano contro il nemico in avvicinamento per romperne il fronte, per poi ritirarsi dietro lo schieramento).L’esercito cartaginese era principalmente formato da mercenari, comandati dai loro capi, i quali erano subordinati ad un corpo ufficiali composto dai cittadini di Cartagine, provenienti dalle classi sociali più elevate. La loro macchina bellica era un meccanismo composto da elementi differenti: di fanteria, cavalleria e artiglieria.
L'esercito cartaginese era la componente armata della società cartaginese.A differenza di altri eserciti classici, quello punico era principalmente formato da mercenari, comandati dai loro capi, i quali erano subordinati ad un corpo di ufficiali composto dai cittadini di Cartagine, provenienti dalle classi sociali più elevate. La macchina bellica cartaginese era perciò un meccanismo composto da elementi differenti. Fu questo il principale difetto dell'esercito, contrapposto alla grande professionalità dei soldati che lo componevano. I mercenari erano specializzati nel combattimento, sia di schermaglia che di corpo a corpo. Lungo tutta la sua storia, l'esercito cartaginese subì modifiche importanti, soprattutto nell'organizzazione e nell'adozione di nuove tipologie di unità da combattimento.Nella battaglia in Italia Annibale utilizzò gli elefanti come macchina da guerra e sbaragliò i Romani.
RispondiEliminaRoma riuscì a imporre il suo dominio su un vastissimo territorio grazie a un esercito estremamente organizzato, discliplinato, ben addestrato ed equipaggiato. Le armi romane furono, quindi, di fondamentale importanza per ottenere i rilevanti successi contro tutti i nemici che essa incontrò durante la sua storia più che millenaria. La supremazia tecnologica di Roma fu uno dei vantaggi decisivi della superiorità romana.
Dopo la sconfitta di Canne, il senato romano affida a Publio Cornelio Scipione, divenuto proconsole di Sicilia, una spedizione contro Cartagine. Di vittoria in vittoria il condottiero arriva presto vicino alla città nemica di Roma. Annibale, che si trovava ancora con il suo esercito in Italia, venne richiamato d'urgenza per difendere la propria patria. Dopo un incontro tra i due grandi capi, nel quale non si riuscì a trovare un accordo, l'esercito romano si scontra nella pianura di Zama con quello cartaginese. La vittoria delle aquile repubblicane romane fu completa e significativa: oltre alla fine del dominio mediterraneo di Cartagine, segnò anche l'inizio dell'Impero di Roma. Scipione, da quel momento chiamato "l'africano", torna a Roma e ottiene il suo trionfo personale.
RispondiEliminaDopo la sconfitta di Canne, il senato romano affida a Publio Cornelio Scipione, divenuto proconsole di Sicilia, una spedizione contro Cartagine. Di vittoria in vittoria il condottiero arriva presto vicino alla città nemica di Roma. Annibale, che si trovava ancora con il suo esercito in Italia, venne richiamato d'urgenza per difendere la propria patria. Dopo un incontro tra i due grandi capi, nel quale non si riuscì a trovare un accordo, l'esercito romano si scontra nella pianura di Zama con quello cartaginese. La vittoria delle aquile repubblicane romane fu completa e significativa: oltre alla fine del dominio mediterraneo di Cartagine, segnò anche l'inizio dell'Impero di Roma. Scipione, da quel momento chiamato "l'africano", torna a Roma e ottiene il suo trionfo personale.
RispondiEliminaI Cartaginesi usarono, come un carro armato odierno, l’elefante da guerra, che era in grado di rompere le linee nemiche, causando il panico tra i soldati. Però si imbizzarriva facilmente e poteva diventare un pericolo per le stesse truppe amiche. Gli elefanti utilizzati dai Cartaginesi erano di piccola taglia, robusti e facilmente addomesticabili ora estinti. Annibale vinse i Romani nella battaglia di Canne, proprio con gli elefanti.
RispondiEliminaL’esercito romano era costituito dalla falange, formata dai cittadini in armi; poi venne potenziata e definitivamente sostituita da soldati mercenari. Comunque la componente cittadina romana rimase. Oltre alla spada corta e larga, il gladius, e due tipi di arma da getto, il pilum (giavellotto) e l'hasta (asta). Il gladius (immagine) era l'arma in dotazione ai legionari dell'esercito romano.I Romani utilizzarono anche varie macchine da guerra. Tra queste c'erano: la balista, la catapulta, la carrobalista, la chierobalista, lo scorpio, la manubalista, l'onagro, il corvo, l'ariete, la torre mobile.
Annibale Barca è considerato uno dei più grandi generali della Storia. Polibio suo contemporaneo, lo paragonava a Publio Cornelio Scipione Africano; altri lo hanno accostato ad Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone.
RispondiEliminaAnnibale fu un condottiero e politico cartaginese, famoso per le sue vittorie durante la seconda guerra punica. Marciando dalla Spagna, attraverso i Pirenei, la Provenza e le Alpi, scese in Italia, dove sconfisse le legioni romane Dopo la battaglia di Canne i Romani rifiutarono lo scontro diretto e gradualmente riconquistarono i territori del sud Italia di cui avevano perso il controllo. La Seconda guerra punica terminò con l'attacco romano a Cartagine, che costrinse Annibale al ritorno in Africa nel 204 a.C. dove fu definitivamente sconfitto nella Battaglia di Zama, nel 202 a.C. Quando i Romani chiesero la sua consegna, Annibale preferì suicidarsi; era il 182 a.C.