Il secolo XIX: l’epoca della borghesia.
L’ '800 viene definito il secolo del trionfo della
borghesia sia dal punto di vista politico e sociale che economico. Infatti, durante l’ '800 in tutti i più avanzati
paesi europei la classe borghese, in contrasto con l’aristocrazia feudale (o
quanto restava dell’antico regime basato sui ceti), progressivamente prende il
dominio della società ed impone delle
costituzioni liberali , con elezioni a suffragio ristretto che modificano
radicalmente la vecchia concezione dello Stato; infatti contano sempre meno i
privilegi di nascita, a favore della capacità individuali. Contemporaneamente
si espande la rivoluzione industriale (carbone, acciaio, vapore) che sconvolge
la precedente struttura economica, basata sull’agricoltura e sull’artigianato:
all’artigiano subentra l’operaio, all’oggetto artigianale il prodotto
industriale, si diffondono nuove fonti di energia e tecnologie radicalmente
diverse (i motori a vapore, le locomotive, i nuovi macchinari). Il sistema
economico capitalista soppianta i modi di produzione e l’economia
preindustriale (e la classe sociale ad essi legata: l’aristocrazia): esso è
basato, appunto, su società di capitale (cioè società “anonime” per azioni,
con un ruolo determinante della banche): solo enormi capitali permettono la
rivoluzione industriale. In contemporanea (e in connessione) con questo
impetuoso sviluppo economico si espande il colonialismo. Alla fine del secolo
tutta l’Africa e quasi tutta l’Asia (
fanno parziale eccezione solo il Giappone e la Cina) sono colonizzati dalle
potenze europee ( in primis Gran Bretagna e Francia): sono i grandi imperi
coloniali che offrono le materie prime (e sbocchi mercantili esclusivi) alle
industrie europee.
1814 ( Congresso di Vienna dopo
la caduta di Napoleone), 1848 ( moti europei e italiani):
LA RESTAURAZIONE.
Con la caduta di Napoleone si
chiude, apparentemente, la parentesi aperta nel 1789 con la Rivoluzione
francese: i vecchi ceti sociali tirano un respiro di sollievo e pensano di
poter “restaurare “ l’antico regime
come se non fosse successo niente: ritornano le vecchie dinastie e i vecchi
sistemi con la classica alleanza tra trono
(monarchie assolute, aristocrazia) e altare
(religione, che vedeva nei principi della rivoluzione francese il diavolo). In
realtà la cancellazione dei principi dell ‘89 non è possibile e si susseguono moti e rivolte (1821 - 1831;) con richieste di Costituzioni liberali e di
maggiore libertà individuale
La Restaurazione in Italia
In Italia la Restaurazione
riporta la situazione pre-napoleonica, con le vecchie dinastie: i Borbone a
Napoli e Palermo; i Savoia, in Piemonte, Liguria e Sardegna; i Lorena in
Toscana; i piccoli principati padani (Modena, Parma e Piacenza); il Papa nel
Lazio, Umbria, Marche, Bologna e Romagna. L’Impero austriaco la fa da padrone, sia
territorialmente (il regno
lombardo-veneto) sia politicamente (tutti
i principali monarchi, con l’eccezione dei Savoia, dipendono o si appoggiano
all’imperatore).
In realtà sotto la coltre della
Restaurazione anche in Italia molto si muove: le società segrete di patrioti, in particolare la carboneria, mantengono vivi i principi della Rivoluzione francese e
organizzano moti e rivolte che esplodono periodicamente, anche come riflesso
dei moti liberali europei. Gli obiettivi delle società segrete sono vari:
spingere i sovrani a concedere una Costituzione liberale, abolire anacronistici
privilegi feudali che la Restaurazione aveva reintrodotto, ottenere le libertà
individuali di stampa, associazione; uscire dalla dipendenza austriaca. Si
dibatte molto anche sulla unità d’Italia, con diverse ipotesi: una
confederazione di più stati,(l’idea federalista
di Giovanni Cattaneo) un’unica nazione (una,
libera, indipendente e repubblicana come con entusiasmo sostiene Giuseppe
Mazzini): è l’inizio di quel periodo chiamato Risorgimento che porterà, nel 1861, alla unità d’ Italia.
1848: le rivoluzioni liberali
in Europa e la prima guerra di indipendenza italiana.
Il 1848 è un anno speciale: è
addirittura entrato nel linguaggio comune come sinonimo di confusione e stravolgimenti.
In tutta Europa scoppiano
rivolte: Parigi, Vienna, Berlino,
Budapest. E, ancor di più, sono rivolte che si concludono con dei risultati
concreti: in tutti i principali stati europei entravo in vigore Costituzioni liberali.
Il ’48 rappresenta il fallimento della
Restaurazione e il trionfo europeo del Liberalismo e della borghesia.
Anche in Italia il ‘48 è un anno
di svolta. La rivolta (i moti) scoppiano in tutte le capitali e quasi tutti i
monarchi concedono Costituzioni: i Borbone a Napoli, i Lorena a Firenze e
Carlo Alberto di Savoia in Piemonte e Sardegna. In realtà solo quest’ultimo (lo Statuto Albertino) sopravvisse al '48 e durò fino al 1946, quando fu
sostituito dalla Costituzione Repubblicana.
Insorgono anche Milano e Venezia contro il dominio austriaco. In aiuto
dei rivoltosi accorrono patrioti da tutta Italia e, alla fine, anche l’esercito
sabaudo capeggiato da Carlo Alberto: è la prima
guerra di indipendenza. Dopo varie vicende i piemontesi vengono sconfitti
dall’imponente esercito austriaco: Carlo Alberto abdica in favore del figlio
Vittorio Emanuele II e va in esilio; su tutta Italia incombe la “seconda restaurazione”: i monarchi
ritirano le costituzioni, l’Austria torna ad imporre la sua autorità e ha
facilmente vittoria sulle ultime fiamme rivoluzionarie: le rivolte di Venezia e Brescia, e l’effimera
Repubblica romana, sostenuta da Mazzini e difesa dal giovane Garibaldi. Il
bilancio italiano del '48 sembra un totale disastro, ma non è proprio così: a
Torino Vittorio Emanuele II si rifiuta di abrogare lo Statuto e il Parlamento,
e il regno di Sardegna diventa quindi un riferimento e un catalizzatore per le
aspirazioni liberali e unitarie.
ATTIVITA'
Rispondi alla domanda (max 5 righi): Che cosa s'intende per "Risorgimento italiano"?