venerdì 30 gennaio 2015

L'INFERNO DANTESCO


Dante struttura l’Inferno come una voragine a imbuto: lo immagina così, con la parte più larga rivolta verso l’alto. Al centro sta Lucifero, lì conficcato per trovarsi nel luogo più lontano da Dio (se la Terra è il centro dell’universo e Dio si trova, anche se il verbo è imperfetto, nell’Empireo). La voragine si è creata dall’orrore che la terra ha provato venendo a contatto con il corpo di Lucifero, cacciato dal Paradiso

Dante entra nell’Inferno dopo essersi perso nella selva descritta nel primo canto. Tramite la porta accede all’antiferno, il luogo che accoglie le anime che né l’Inferno né il Paradiso vogliono, perché in vita non hanno saputo scegliere tra bene e male. Passato l’Acheronte, il primo dei quattro fiumi infernali, si arriva nell’Inferno vero e proprio: esso è diviso in nove cerchi, che però nella prima parte non hanno ulteriori divisioni. Vediamo i primi cinque, con le rispettive anime:
  1. Limbo. Qui si trovano le anime non battezzate e, in particolare, gli spiriti magni;
  2. Lussuriosi;
  3. Golosi;
  4. Avari e prodighi;
  5. Iracondi e accidiosi.
Fino a questo punto si rispetta più o meno la tradizionale suddivisione dei vizi capitali, anche se incompleta. Si attraversa quindi un altro fiume, il Flagetonte, e le mura della città di Dite, alla cui guardia sono posti dei demoni e la Furie. 
 
Nel VI cerchio si trovano gli eretici; il VII, invece, è dedicato ai violenti ed è suddiviso in tre gironi: violenti contro gli altri (omicidi e predoni), violenti contro se stessi (suicidi e scialacquatori), violenti contro Dio (bestemmiatori, sodomiti, usurai). Scorre nel primo girone anche il terzo fiume infernale, il Flagetonte
 

L'ottavo cerchio e le dieci bolge

Dopo una riva scoscesa si giunge all’VIII cerchio dell'Inferno dantesco, che accoglie i dannati che hanno usato frode contro chi non si fida; essi sono suddivisi in dieci bolge concentriche, le Malebolge appunto, di cui riportiamo l’elenco: 
 
 
  1. Ruffiani e seduttori;
  2. Adulatori; 
  3. Simoniaci; 
  4. Indovini; 
  5. Barattieri; 
  6. Ipocriti; 
  7. Ladri; 
  8. Consiglieri di frode; 
  9. Seminatori di discordie; 
  10. Falsari. 

L'ultima zona e l'incontro con Lucifero

Si giunge, quindi, al pozzo dei giganti e infine all’ultima zona, la nona, destinata ai traditori di chi si fida. Qui scorre l’ultimo fiume, gelato, il Cocito; il cerchio è diviso in quattro zone il cui nome ricorda famosi traditori: prima zona, o Caina, per i traditori dei parenti; seconda zona, o Antenora, per i traditori della patria; terza zona, o Tolomea, per i traditori degli ospiti; quarta zona, o Giudecca, per i traditori dei benefattori. Lucifero stesso strazia, con le sue tre bocche, i tre sommi traditori della Chiesa e dell’Impero, vale a dire Giuda, Bruto e Cassio. Dal centro della Terra si risale verso la montagna del Purgatorio attraverso una natural burella, ossia un pertugio stretto.

ATTIVITA'
L'Inferno è concepito da Dante come un profondo abisso a forma di imbuto:
1)      In che modo si è creata la voragine dell’Inferno?
2)      In quanti cerchi è suddivisa la voragine infernale?
3)      Chi sono le anime che sono collocati nel Limbo? Perché non sono felici?

martedì 20 gennaio 2015

LE MINACCE DELL'ISIS



 

L'Isis spiegato dagli esperti: Martino Diez, Michele Brignone e Maria Laura Conte, autori di "Oasis", rivista dedicata ai rapporti tra cristiani e musulmani, rispondono a tutte le domande sulle tensioni in Iraq:

 
Che cosa sta succedendo in Iraq?Dopo la guerra in Siria, cominciata nel 2011 per rovesciare Assad, in Iraq sono iniziate le violenze da parte delle milizie sunnite dello Stato islamico contro le minoranze religiose. In realtà la guerra ha trovato terreno fertile in Iraq perché il Paese non si è ancora stabilizzato dopo la caduta di Saddam Hussein.
 
Cos'è il califfato?Lo Stato islamico si fonda sulla costruzione di un’entità politica basata su un’interpretazione rigorista della Legge islamica, ma che forse non è mai esistita nel modo in cui la conosciamo oggi.
 
Che rapporto c'è tra l'Isis e al-Quaida? - Dopo la guerra in Siria la loro alleanza si è spezzata e ora sono due entità concorrenti, che agiscono con mezzi diversi, l'uno concentrando gli sforzi su uno Stato dotato di capacità di espansione, e l'altro con operazioni terroristiche in Occidente.
 
Chi lo sostiene e chi lo contesta?Lo Stato Islamico è sostenuto da una giovane generazione di jihadisti di varia provenienza. Gli ideologi jihadisti della vecchia generazione e gli ideologi musulmani riconducibili ai Fratelli Musulmani invece lo contestano, ma nessuno si pronuncia in modo unitario.
 
Come mai molti jihadisti vengono dall'estero?Il combattente jihadista gode di un grande prestigio sia quando cade come “martire”, sia come reduce del jihad. Il reclutamento avviene tra categorie che soffrono di disagio economico o psicologico ma anche tra i fanatici della "guerra santa".
 
Conflitto religioso?Ci sono motivi politici ed economici dietro la guerra in Iraq e in Siria, ma non va comunque sottovalutato l'elemento religioso.
 
Che cosa dobbiamo imparare da queste vicende?La questione dello Stato islamico insegna che non è possibile usare i fondamentalisti islamici per ottenere risultati politici, come hanno fatto gli americani in Afghanistan e in Libia.
 
Come mai l'Occidente è lento nella risposta ai vescovi orientali?Alla crisi economica che indebolisce l'Europa si aggiunge il fatto che i cristiani non hanno un peso politico autonomo in Medio Oriente.
 
I musulmani sono tutti uguali?I musulmani che vivono in Occidente si distinguono per l’etnia o l’origine nazionale. Ma molti di loro ormai hanno perso il legame con l’Islam del Paese o della cultura di provenienza e si riconoscono più facilmente in un Islam globale.
 
ATTIVITA'
Rispondi brevemente alle domande (max 5 righi per ciascuna risposta):
1) In che modo l'ISIS minaccia l'Occidente?
2) Quali scopi si è prefisso l'ISIS con il massacro "Charlie Hebdo" del 7 gennaio 2015 a Parigi?
3) Perché l'ISIS fa paura?

giovedì 15 gennaio 2015

IL DOLCE STIL NOVO


IL DOLCE STIL NOVO

Negli ultimi decenni del 1200, a Firenze, una delle città più all’avanguardia e che sta diventando il centro della cultura italiana, si forma il nucleo più importante di una nuova tendenza poetica, cioè il “dolce stil novo”, con cui la lirica amorosa di stampo provenzale e di ispirazione cortese, tocca la sua fase culminante. I poeti più rappresentativi sono Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Lapo Gianni e Dino Frescobaldi.

Questi poeti si vogliono distaccare dall’impostazione della scuola siciliana e aretina, in particolare polemizzano con Guittone d’Arezzo. Dobbiamo dire anzitutto che si tratta di poeti da una spiccata personalità, tanto che ciascuno ha delle proprie caratteristiche, ma tutti sono accomunati dall’idea di allontanarsi dallo stile guittoniano. Essi vogliono uno stile più limpido e lineare, che viene definito, appunto, dolce. Per continuare ad usare il paragone con la lirica francese, possiamo dire che, mentre Guittone si rifaceva al trobar clus, questi nuovi poeti si rifacevano al trobar leu.

Sul piano dei contenuti, al motivo dell’omaggio feudale del cavaliere alla dama, si sostituisce una visione molto più spiritualizzata della donna amata che, appunto, viene proprio gradualmente esaltata non solo per le sue qualità femminili, ma soprattutto come una figura angelica, come se fosse un angelo in terra. In quanto donna-angelo, la donna diventa dispensatrice, cioè colei che può donare all’uomo la salvezza, e una mediatrice tra Dio e l’uomo: l’amore per la donna diventa la via per arrivare a Dio.
E’ chiaro che facendo della dama una dispensatrice, il poeta si caricava di una grossa responsabilità perché intellettualmente doveva motivare la funzione della dama e quindi questa poesia è molto densa per i contenuti intellettuali, del pensiero; per esempio è una poesia dove non sono rari dei riferimenti di carattere filosofico e teologico.
 
- La nuova concezione della corte e la nobiltà d’animo
Un altro obiettivo di questo gruppo di poeti fu anche quello di sostituire alla realtà della corte reale, che stava alla base della poesia provenzale e siciliana, con un modello di corte tutta “ideale”, in cui si ritrova una cerchia ristretta di “spiriti eletti”, cioè l’idea di ricreare una specie di circolo molto elitario, in cui si distinguono delle teste intelligenti, pensanti, qualitativamente superiori alla massa.
Questa cerchia si contrappone, appunto, al volgo “villano”. Quindi lo stil novo si rivela come espressione dello strato più elevato delle nuove classi dirigenti comunali.

 Naturalmente essi aspiravano a presentarsi come una nuova aristocrazia, non nel senso di nobiltà di sangue, ma una aristocrazia basata sulla qualità dell’ingegno, intellettuale (“altezza di ingegno”, usato da Dante).
Questo nuovo concetto di nobiltà diventa uno dei temi fondamentali del dolce stil novo perché viene ad identificarsi nel tema corrispondente tra amore e gentilezza (nel senso di nobiltà, cioè: sapere amare diventa l’indizio fondamentale della nobiltà d’animo).
 
- L’espressione “dolce stil novo”
Questa formula è stata coniata da Dante nel 24° canto del Purgatorio, in cui Bonagiunta degli Orbicciani chiede a Dante se è lui che “trasse le rime nove”. Bonagiunta fa questa domanda partendo dalla lirica dantesca “Donne c’avete intelletto d’amore”. Dante risponde: “Io sono uno che quando Amore m’ispira, noto, e a quel modo che ditta dentro vo’ significando” (quando l’amore lo ispira, egli lo analizza in base a ciò che gli comunica: il tema che indaga l’animo del poeta è quello dell’amore profondo e complesso). A questa risposta di Dante, Bonagiunta dice che allora comprende bene il “nodo” che trattenne Iacopo da Lentini, Guittone d’Arezzo e lui stesso a non entrare nella cerchia di Dante, cioè a tenersi “al di qua di quel dolce stil novo che io odo”.

Un’altra formula che Dante usa per indicare questa poesia è quella di definire le rime “dolci e leggiadre” (26° canto del Purgatorio); tali aggettivi hanno una connotazione tecnica, stilistica e indicano le caratteristiche di questo stil novo. Precursori di questi poeti è Guido Guinizzelli, con una canzone che è la più illustre e può essere considerata come il “manifesto” di questa tendenza poetica: “Al cor gentil rempaira sempre amore”.

ATTIVITA'
Rispondi brevemente:
1) Esprimi il concetto di "nobiltà" secondo gli stilnovisti;
2) Quali virtù rendono la donna "angelo"?
3) Dove nasce la scuola del "Dolce Stil Novo"? Quando?
4) Quali furono i poeti che la rappresentarono?
5) Perché lo Stile è "Dolce"?

martedì 13 gennaio 2015

SPAZIO APERTO COME UN TWITTER

Cari ragazzi
Apro questo filone del blog per la discussione libera!
Dì la tua, in poche righe (140 caratteri), come un twitter,  per esprimere un’opinione personale o un giudizio critico su una notizia d'attualità, ma anche su argomenti culturali, di studio...
"Come un twitter" ha, come primo scopo didattico, iniziarvi ad organizzare un pensiero completo nella sua essenzialità. Come secondo scopo didattico insegnarvi all'uso di alcuni strumenti tecnologici: tra gli strumenti di word, troverete il conta parole (spazi chiusi o spazi aperti, non importa in questo caso). Selezionando, col tasto sinistro del maus, il vostro pensiero (twitter), scoprirete quanti caratteri avete utilizzato nel brevissimo messaggio, eliminando, eventualmente, le parole in più, così che sarete cosrtretti a scegliere le parole più cariche di significato che possano esprimere il concetto in 140 caratteri.

Il nome "Twitter" deriva dal verbo inglese to tweet che significa "cinguettare", ad indicare la brevità del parlato, tenendo presente che "brevità" non significa "banalità" del dire! Proprio perché si dice qualcosa in breve le parole devono risultare selezionate, dense di significato: tutto un pensiero su qualcosa in una sintesi essenziale di 140 caratteri.

Vi metto alla prova!
Naturalmente potete scrivere più twitter.

mercoledì 7 gennaio 2015

IL PERSONAGGIO STORICO


Caratterizzare un personaggio storico non è semplice, perché non vuol dire solo presentarlo fornendone un ritratto esteriore e qualche indicazione anagrafica.
Per caratterizzare un personaggio storico è necessario conoscere i fatti cui il personaggio si è visto attore delle vicende e studiare le azioni e i comportamenti da lui assunti.

Come fare?

Mediante un accumulo di elementi che potranno emergere dalle vicende stesse; dal giudizio che ne danno altri personaggi; dalle capacità osservate che lo vedono protagonista dei fatti o succube di essi.
 
La caratterizzazione del personaggio storico riguarda non solo gli aspetti fisici: la figura, il volto, l'abbigliamento, ma il carattere e le caratteristiche morali.
L'aspetto psicologico si può individuare analizzando i fatti che fanno emergere il suo carattere.
Il personaggio va collocato nel contesto spazio/tempo e il suo ruolo deve essere individuato con obiettività e valutato per gli aspetti positivi e/o per quelli negativi, senza pregiudizi ideologici.
Il giudizio critico può essere personale o sostenuto dai giudizi espressi dai critici della Storia.

ATTIVITA'
Caratterizza qui i personaggi storici che più ti hanno colpito (max 10 righi per ciascun personaggio).